LE RAGIONI DI UNA POLIZZA CAT-NAT OBBLIGATORIA

Lo Stato deve destinare le risorse pubbliche alla prevenzione delle catastrofi naturali e lasciare la ricostruzione a chi ha le competenze adatte. Una forma di partnership pubblico-privata per l’assicurazione degli immobili è la via sostenuta, tra gli altri, da Cineas e da Konsumer Italia

LE RAGIONI DI UNA POLIZZA CAT-NAT OBBLIGATORIA
Quando parliamo di eventi catastrofali ci riferiamo a quel catalogo di avvenimenti come alluvioni, frane, eruzioni vulcaniche e terremoti che, purtroppo, nel nostro paese accadono spesso. Fra il 1950 e il 2012, sono state registrate almeno 1.061 frane con vittime in 962 località e almeno 672 inondazioni con vittime in 563 località. Solo l’ultimo evento sismico catastrofico, il terremoto del centro Italia, ha causato danni in 140 comuni, 299 vittime, 388 feriti e circa 41mila sfollati. Gli edifici dichiarati inagibili sono stati 80mila.  
Si avverte ormai da più parti la necessità di definire un sistema di garanzie e di coperture che tutelino il patrimonio abitativo dai danni economici derivanti dalle calamità naturali. Fino a oggi si è ritenuto toccasse esclusivamente allo Stato il compito di sostenere il peso di questi danni, con risultati non sempre brillanti: stanziamenti insufficienti, ritardi nell’erogazione, problemi burocratici e di coperture, con difficoltà nella determinazione del costo degli interventi e per la loro ripartizione nel tempo. Per non parlare di interi territori abbandonati, borghi diventati dalla mattina alla sera fantasmi, attività economiche perse per sempre.
Non è lo Stato che deve assicurare il patrimonio dei privati. Primo, perché non lo sa fare; secondo, perché con la fiscalità generale, cioè anche con le tasse di chi non possiede nulla, si va a risarcire chi possiede un patrimonio immobiliare; terzo perché il compito dello Stato è pensare alla prevenzione e al patrimonio pubblico. In Italia le unità abitative private sono oltre 30 milioni, per un valore di ricostruzione stimabile intorno ai 3.900 miliardi di euro. È evidente che occorre un cambio di passo nelle politiche risarcitorie; va organizzato un programma organico e articolato con più soggetti. Un sistema di coperture assicurative o di garanzie cat-nat a favore del patrimonio immobiliare privato che si affianchi allo Stato come in molti paesi in Europa e nel mondo, ad esempio in Francia, Spagna, Belgio, Regno Unito, Stati Uniti d’America. Per questo, da oltre dieci anni Konsumer Italia si batte affinché sia introdotto un sistema nazionale di assicurazione obbligatoria per i danni da catastrofe naturale. 

PUNTARE SULLA MUTUALITÀ

Per molti tale proposta equivarrebbe all’introduzione di una nuova tassa sulla casa, ma si tratta di una critica strumentale che arriva dai partiti che temono da questo una diminuzione del proprio bacino elettorale, o da parte di chi ha una totale ignoranza del fenomeno e del settore assicurativo.
Per questo in molti casi si cerca di introdurre volontariamente l’assicurazione per danni catastrofali, magari unendola alla classica assicurazione incendio e scoppio che viene fatta all’accensione di un mutuo. Ma la volontarietà, in un paese dove è del tutto assente la cultura assicurativa, non può bastare. Si pensi che solamente il 50% circa delle abitazioni ha una copertura assicurativa, e di questo 50% solo il 5% ha anche la copertura per catastrofi naturali. 
Ma poi, quale assicurazione garantirebbe l’abitazione posta sui Campi Flegrei? O sulle pendici del Vesuvio? E a quali costi? Va detto che nessuno è esente da rischi, basti pensare al terremoto di Modena, ritenuta area non sismica, oppure alle esondazioni di Genova, alle frane dei territori alpini e appenninici. Se vogliamo garantire il patrimonio immobiliare la copertura deve essere obbligatoria, in una logica di mutualità che permetta a tutti di poterla pagare. Stanziare 80-120 euro l’anno su patrimoni di 200-400 mila euro, magari inclusi nella durata ventennale di un mutuo, certamente non cambia la vita di chi può permettersi un acquisto del genere. Cambiano però la sorte nel momento in cui il bene dovesse essere interessato da una catastrofe naturale. 
Dopo il terremoto del centro Italia siamo stati tre volte in quei territori, abbiamo parlato con chi ha perso tutto. Con il senno di poi, tutti avrebbero voluto essere assicurati, e lo dichiarano; ma è vergognoso che a distanza di sei anni ci siano ancora decine di migliaia di cittadini in assistenza abitativa e paesi fantasma dove si comincia appena ad avviare lo smaltimento delle macerie. 

I TEMPI POTREBBERO ESSERE MATURI

Il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin si è più volte espresso favorevolmente sulla copertura obbligatoria: che sia questo il governo che finalmente pensi al bene comune e non alle critiche? Lo speriamo davvero, ma non per questo rimarremo con le mani in mano. 
Grazie al Cineas, che ha voluto impegnare le migliori risorse assicurative del Paese, un gruppo di esperti ha realizzato un libro bianco dal titolo L’assicurazione delle calamità naturali e delle pandemie, presentato di recente a Palazzo Montecitorio a una qualificata platea. Nello studio, Sergio Ginocchietti, coordinatore del gruppo e tra i massimi esperti sul tema, ha voluto dare voce ai consumatori, “sopportando” così la presenza del sottoscritto. 
Nella presentazione sono emersi interessanti spunti di riflessione sul possibile sviluppo di iniziative, anche parlamentari, volte ad accrescere la cultura del rischio nel nostro paese, unitamente ad altre dedicate alla maggiore penetrazione delle polizze assicurative cat-nat, attraverso politiche di maggiore o totale detassazione e defiscalizzazione dei relativi premi. Il tutto accompagnato da una revisione delle regole al contorno, che prevedano ad esempio un trattamento differenziato da parte dello Stato nella concessione dei contributi a seguito di evento catastrofale, penalizzando quei cittadini che non abbiano stipulato una polizza contro tali rischi. 
È auspicabile una fase intermedia di preparazione dei cittadini e delle forze politiche a una futura partnership pubblico-privata, per evitare prevedibili reazioni negative verso quella che potrebbe apparire come una nuova tassa, fase che dovrà comunque avere una scadenza temporale. Vedremo nei prossimi mesi gli sviluppi concreti della disponibilità mostrata oggi a lavorare insieme, tecnici, politici e consumatori. Per il momento, non posso che esprimere la mia personale soddisfazione per l’interessante e costruttiva iniziativa di Cineas, insieme ai ringraziamenti al presidente Massimo Michaud
Di certo Konsumer Italia continuerà a sostenere in ogni luogo la necessità dell’obbligatorietà assicurativa, forse l’insistenza potrà portare sviluppi immediati, oppure solo sollecitare passi intermedi. L’importante è far prevalere l’esigenza di liberare risorse pubbliche che possano essere impegnate nella prevenzione e nell’intervento a contrasto del dissesto idrogeologico, di cui il Paese soffre e su cui sviluppa solo interventi post evento.

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