INQUINARE NON E' A BUON MERCATO

L’inasprimento delle norme e l’accresciuta sensibilità verso l’ambiente fanno del rischio ambientale una priorità delle aziende. Fondamentale è il ruolo attivo dell’assicuratore in tutto l’iter: dalla valutazione del rischio alla gestione del sinistro

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👤Autore: Laura Servidio Review numero: 12 Pagina: 33 - 34
Chi inquina paga. Questo slogan interpreta e sintetizza la direttiva europea 2004/35 (recepita in Italia con il d.lgs 152/2006) che prevede l’adozione di misure preventive per i rischi di danno ambientale, considerando l’operatore che causa un danno all’ambiente finanziariamente responsabile delle misure di prevenzione o riparazione necessarie.

“Oggi – spiega Mario Casamassima, responsabile dell’ufficio aziende e professionisti dell’area economico-giuridica di Aec – vi è una grande attenzione al problema dell’ambiente per due motivi: l’accresciuta sensibilità ambientale e la normativa che coniuga e recepisce, anche in Italia, i dettami della direttiva europea”. 
Nessuna azienda può dirsi del tutto esente da questo tipo di rischio. “In Europa, un’azienda su tre si assicura dal rischio inquinamento con prodotti ad hoc, ma in Italia, il livello di penetrazione di tali polizze è ancora più basso: il 5-6% tra le aziende italiane. Complici la crisi economica e una mentalità ancora da sviluppare”.





Nel danno ambientale, la principale criticità riguarda i costi che, anche in caso di piccoli danni, possono essere ingenti: il costo della polizza dipende dalla tipologia dell’attività da assicurare, dall’ubicazione, dalle misure di sicurezza adottate e dal grado di rischiosità del sito, che determina l’entità del massimale. Il solo venire a conoscenza dell’inquinamento, se questo supera una certa soglia, comporta la responsabilità di bonificare e ripristinare, che non si limita a chi causa il danno. Le aziende possono essere ritenute in dovere di bonificare inquinamenti ereditati di cui non sono responsabili, ma che hanno acquisito insieme a siti o impianti.





Determinante è perciò il ruolo attivo dell’assicuratore. “Nel danno ambientale, ancora di più che negli altri rischi, è molto importante l’intervento dell’assicuratore che guida l’imprenditore nella valutazione del rischio, nella quantificazione del massimale e dei costi da sostenere in caso di sinistro da inquinamento e sugli obblighi di normativa. E, in caso di sinistro, una squadra di tecnici e professionisti intervengono su cosa fare e in quali tempi”. 
Per garantire livelli di professionalità adeguati, Aec punta molto sulla formazione dei propri operatori. “Prevediamo un’attività formativa obbligatoria on line per i nostri corrispondenti con incontri tematici tenuti da esperti e la possibilità di interagire con questi. Quella ambientale è una tematica giovane e la scarsa conoscenza degli imprenditori va colmata prima di tutto negli intermediari”.

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