RISCHIO ALIMENTARE, UNA PREOCCUPAZIONE CRESCENTE

Il 9% degli italiani ha sofferto la fame almeno una volta l’anno e il 57% teme la scarsità di cibo per i prossimi 20 anni. l’indagine globale sulla percezione del rischio, presentata da Swiss Re, fotografa le paure della popolazione su economia, cibo e catastrofi. Con esigenze che il settore assicurativo può colmare attraverso prodotti per il mercato mondiale del piccolo agricoltore

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👤Autore: Laura Servidio Review numero: 13 Pagina: 58 - 59
L’Italia è numero uno, tra i Paesi industrializzati, nella preoccupazione per un’eventuale scarsità di cibo da qui a 20 anni, e il 9% degli italiani dichiara di soffrire la fame una volta l’anno. Questi i risultati di una ricerca globale sulla percezione del rischio, presentata da Swiss Re, in occasione della celebrazione del suo 150esimo anniversario.
Seppur preoccupati che non vi sia sufficiente accesso al cibo, gli italiani presentano comunque il più basso tasso a livello mondiale di persone che soffrono la fame almeno una volta l’anno. Vi è dunque uno scollamento tra percezione e realtà dei fatti, anche se, per un Paese industrializzato, avere quasi una persona su 10 che, almeno una volta l’anno, soffre la fame è una percentuale elevata. 

La fame è principalmente conseguenza della povertà: “tra coloro che non hanno accesso a cibo sufficiente – spiega Carlo Coletta, ceo di Swiss Re Italy il 52% ha evocato la mancanza di soldi quale ragione principale. Anche per i regimi alimentari non sani, la causa principale è la povertà: il 45 % ha dichiarato che la mancanza di denaro ha impedito loro di ottenere cibo sano e il 18% (uno su cinque) ha difficoltà a reperirlo.
Nonostante il 57% preveda un aumento della penuria di cibo tra vent’anni a livello globale, non ritiene che questo problema interesserà l’Italia: solo il 35 % pensa che questa mancanza riguarderà il loro Paese. La tendenza globale è credere che nei prossimi anni il cibo scarseggerà sempre di più, ma non nel proprio Paese. Tutti sembrano pensare che si tratti del problema di qualcun altro, una paura non tanto riferita al proprio Paese, quanto a livello mondiale”.




IL PROBLEMA E' LO SPRECO

Chiedendo alle persone di elencare i motivi della carenza di cibo in Italia, “il 77% – spiega Coletta – pone lo spreco di cibo al primo posto, mentre al secondo posto figurano i prezzi elevati (66% degli intervistati)”. 
Molti sono i problemi da affrontare: primo fra tutti, la fornitura di cibo sicuro e nutriente a nove miliardi di persone entro il 2050. La strada passa per l’istruzione delle popolazioni rurali dei Paesi in via di sviluppo e per la valorizzazione delle piccole proprietà. “L’esempio del Burkina Faso – conferma Annalisa Conte, vice direttore, servizio innovazioni al programma del World Food Programme – sottolinea l’impatto negativo che una popolazione in crescita riversa sulle risorse agricole disponibili e gli effetti sulla salute pubblica e sulla stabilità politica, sull’urbanizzazione e la riduzione delle aziende agricole”.

Tra i punti chiave, vi è la riscoperta della dimensione locale e la sensibilizzazione di un consumatore affinché diventi consapevole del fatto che l’agricoltura è un sistema di vita, capitale sociale, servizi ambientali, salute, cultura e paesaggi e che tutto questo ha un costo. “Le tendenze strutturali dei prezzi agricoli, dal 2008 in poi – spiega Adolfo Brizzi, director policy & technical advisory division Ifad – hanno creato una nuova struttura di incentivi per la ridinamizzazione del settore agricolo e un forte interessamento del settore privato, consapevole del fatto che il futuro della sicurezza alimentare dipenderà dalla capacità di penetrare il settore del piccolo agricoltore familiare, di organizzarlo e di trasformarlo in un vero partner. In questo momento di grande volatilità dei prezzi e di condizioni climatiche, il settore assicurativo può partecipare alla rinascita del settore agricolo sviluppando nuovi prodotti micro-assicurativi e parametrici per l’enorme mercato mondiale del piccolo agricoltore familiare attraverso meccanismi di partenariato publico-privato che promuovano la mutualizzazione dei rischi e l’economia di scala”.

Il mondo assicurativo può dare un importante contributo anche nella copertura assicurativa della contaminazione alimentare, sia dolosa che colposa, ma nell’ambito di un’azione più vasta che preveda l’intervento delle organizzazioni sovrannazionali. “In Kenya – conclude Luca Kovatsch, country manager Swiss Re Corporate Solutions – per proteggere i contadini dagli effetti della siccità, abbiamo risarcito i danni dovuti alla mancata pioggia rilevata dai satelliti in modo da consentire agli agricoltori di proseguire la loro attività”. 

Gli italiani e il cibo

• L’Italia è al primo posto tra i Paesi industrializzati che si preoccupano dei rifornimenti alimentari per il futuro;
• in Italia il 9% delle persone non ha cibo a sufficienza; 
• il 18% non ha accesso a un regime alimentare sano; 
• il 52% adotta un regime alimentare insufficiente e/o non sano a causa della povertà; 
• il 57% si aspetta tra vent’anni un aumento della carenza di cibo a livello globale; 
• la maggioranza ritiene che sia lo spreco di cibo, e non la povertà, la ragione principale della carenza di cibo in Italia.

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