FASE 2: NON C’È RIPRESA SENZA STABILITÀ

La battaglia più impegnativa contro il nuovo coronavirus si sta spostando sul fronte del rilancio dell’economia: gli assicuratori sono impegnati a mantenere le promesse con gli assicurati, ma intanto i governi e le autorità non devono ostacolare il lavoro delle compagnie

FASE 2: NON C’È RIPRESA SENZA STABILITÀ
“Mentre il mondo è alle prese con la pandemia di Covid-19, gli assicuratori continuano a concentrarsi sul rispetto delle promesse fatte ai clienti”. Soprattutto dall’esordio del nuovo coronavirus in Europa, ma ancora prima, quando il problema sembrava solo cinese, o addirittura solo concentrato nella provincia dello Hubei, il settore assicurativo mondiale ha risposto con reattività alla sfida. Ecco perché è sembrato da subito tra i più pronti ad adattarsi alle nuove fasi, quelle (forse ancora più complesse) del post-quarantena.
L’impegno degli assicuratori va di pari passo con quello delle istituzioni, governative e finanziarie, ma i player del comparto chiedono anche di poter operare nel pieno delle proprie possibilità, senza doversi scontrare con inediti impedimenti. 
La citazione in apertura è tratta da un documento della Gfia (Global Federation of Insurance Associations) che recentemente ha ricordato come il settore abbia implementato piani di emergenza per le pandemie, per proteggere i propri dipendenti e ridurre le interruzioni del servizio. 

PROPOSTE MIRATE ALLA FLESSIBILITÀ

Alcuni assicuratori, inoltre, stanno attuando nuove e flessibili soluzioni di pagamento, nonché adottando altre misure per adattarsi alle mutevoli esigenze degli assicurati e delle società. “Questi passaggi – scrive la federazione – includono anche un impegno attivo per quanto riguarda lo sviluppo di soluzioni legislative sia a breve sia a lungo termine per affrontare i rischi di pandemia”.
La federazione mondiale delle compagnie ha apprezzato le misure prese dalle banche centrali, dai governi e dalle organizzazioni internazionali, e soprattutto ha condiviso le proposte mirate alla flessibilità rispetto ad alcuni requisiti normativi e di raccolta dei dati che coinvolgono anche il settore assicurativo. I regolatori e i supervisori di tutto il mondo hanno un necessario interesse nei piani di solvibilità e continuità operativa degli assicuratori: il coordinamento tra le autorità governative sarà molto importante per consentire all’industria di concentrare tempo e risorse sul servizio degli assicurati e sul confronto con la pandemia. 


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ESTENDERE LE COPERTURE NON SIGNIFICA COPRIRE I RISCHI

Detto questo, però, mentre i governi implementano misure in risposta all’emergenza, Gfia chiede anche di considerare questioni essenziali per gli operatori del mondo dei rischi. In primis, occorre salvaguardare la stabilità finanziaria del settore assicurativo, senza la quale gli assicuratori non saranno in grado di continuare a rispondere alla crisi o di onorare i propri obblighi nei confronti dei clienti. 
Un esempio? Laddove la copertura per pandemie e altre cause di perdita non siano state incluse nelle polizze esistenti o riflesse nei pagamenti dei premi, richiedere agli assicuratori di coprire tali perdite in modo retroattivo potrebbe minacciare seriamente la stabilità del settore assicurativo globale. 

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SMART WORKING? MEGLIO SENZA CARTA

Tali azioni potrebbero compromettere in modo significativo, ha ribadito la federazione globale, la capacità degli assicuratori di pagare altri tipi di sinistri, aggravando così il difficile momento che l’economia sta vivendo.
Poi c’è la questione della continuità operativa delle attività degli assicuratori. La transizione verso uno smart working più strutturato, ha scritto Gfia, presenta diverse complessità, anche normative, e soprattutto in alcuni Paesi: i governi e le autorità di regolamentazione dovrebbero quindi allentare i requisiti per le comunicazioni cartacee o di persona, e incoraggiare la consegna digitale dei documenti assicurativi. Durante la pandemia di Covid-19, l’attenzione dovrebbe essere focalizzata sul risultato finale, ha concluso la federazione.


IL GOLDEN POWER ANCHE PER LE ASSICURAZIONI

Nello specifico delle attività del governo italiano per la protezione del settore assicurativo, un passo importante è arrivato con l’attivazione del cosiddetto “scudo anti-scalata”. Con l’adozione del decreto Liquidità, il Governo ha esteso l’ambito di intervento del golden power al comparto delle assicurazioni. 
Il provvedimento amplia in via transitoria, fino al 31 dicembre, gli ambiti di applicazione della disciplina a operazioni intra ed extra europee che richiederanno la preventiva autorizzazione del governo. 
La disposizione rientra nelle misure straordinarie adottate proprio per fronteggiare l’emergenza coronavirus. L’estensione del golden power mira proprio a impedire che scalate ostili possano approfittare della volatilità finanziaria generata dalla pandemia di Covid-19. 
In realtà, di strumenti volti a proteggere gli asset strategici, si parla da tempo: la pandemia di coronavirus e la volatilità finanziaria hanno solo accelerato la discussione.

ANIA SUL FRONTE DEL RILANCIO DELL’ECONOMIA

Dal fronte delle compagnie, l’Ania è stata fin da subito molto attiva. L’associazione è consapevole che la battaglia più impegnativa si stia spostando sul fronte del rilancio dell’economia: “le compagnie assicurative – ha sottolineato in una nota –, che gestiscono gran parte del risparmio delle famiglie italiane, non potranno che rafforzare il loro impegno per sostenere lo sviluppo dell’economia reale e le iniziative cardine per la ripartenza del Paese". Anche nella Rc auto, comparto cardine per il settore, le compagnie stanno mettendo in campo iniziative specifiche, studiate in piena autonomia, per restituire alla collettività il beneficio derivante dal calo della frequenza dei sinistri in questo periodo. 
“Il comparto assicurativo – ha fatto notare Ania – ha garantito iniziative a sostegno del sistema sanitario nazionale, della Protezione Civile, delle comunità e del Paese e contemporaneamente ha assicurato la salute dei propri dipendenti e delle reti agenziali, mettendo in sicurezza i luoghi di lavoro anche per garantire continuità di servizio ai clienti”. I risultati? Li vedremo solo nei prossimi mesi, se non anni. 

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