L’ANTIFRODE AI TEMPI DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

La lotta alle frodi nell’Rca ha nuove e sofisticate armi tecnologiche. Ma è soprattutto con la collaborazione e lo scambio di informazioni che è possibile vincere questo flagello. Tre compagnie si sono confrontate sulle strategie messe in atto e sui risultati ottenuti

L’ANTIFRODE AI TEMPI DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Testimoni oculari che a volte sono anche passeggeri ciechi o conducenti tetraplegici, che trasportano una madre morta che però è risorta giusto in tempo per attraversare la strada e farsi investire da un’auto compiacente. Non si può dire che manchi la creatività a chi ha fatto della frode alle assicurazioni una propria fonte di reddito. Ma dietro ogni episodio di raggiro che viene alla luce ce ne sono decine di altri che restano ancora sommersi. Il mondo assicurativo ha intensificato negli anni e con ogni mezzo la lotta contro questo flagello. Il convegno sull’Rc auto di Insurance Connect ha messo a confronto le esperienze di tre compagnie, che hanno illustrato le strategie adottate e i risultati raggiunti.



DOVE LA TECNOLOGIA NON ARRIVA

Una nuova arma a disposizione dell’attività antifrode è la scatola nera. Secondo Gaetano Occorsio, direttore sinistri di Sara Assicurazioni, “le black box permettono di fare alcune operazioni di tipo pratico: in primis consentono di localizzare il luogo in cui è ubicato il danno, la data e l’ora dell’accadimento del sinistro, dando alcune altre informazioni”. Tuttavia, sostiene Occorsio, “al momento questi strumenti non ci permettono di fare una ricostruzione effettiva del sinistro, perché mancano ancora altri elementi necessari”.  Esistono poi altri anelli deboli che è sempre più difficile riuscire a individuare. Ad esempio l’attività di alcuni giudici di pace che hanno degli studi legali, magari in zone diverse e con un rapporto di reciprocità con altri studi legali, da cui sembra che arrivino delle sentenze un po’ pilotate. Lorenzo Fiori, responsabile antifrode aree speciali di Reale Group, ha ricordato l’ordinanza di arresto, emessa recentemente nei confronti di tre giudici di pace che si scambiavano favori tra di loro attraverso i propri studi.  Secondo Fiori per contrastare il fenomeno è molto importante riuscire a fare sistema: “la lotta al fenomeno è doverosa e dobbiamo continuare a batterci”. Un esempio di collaborazione virtuosa citato da Fiori è quello messo in pratica a Napoli tra la mutua torinese, l’Ania e l’autorità giudiziaria partenopea, “un’intesa che ha già raggiunto risultati soddisfacenti”. 

I TESTIMONI DI PROFESSIONE

Le azioni messe in campo per fare sistema, dunque ci sono già. Una di queste è rappresentata dalla banca dati testimoni: “uno strumento fondamentale – ha spiegato Luca De Lorenzo, responsabile antifrode di Amissima Assicurazioni – perché se la sensibilità di un liquidatore nell’intercettare una frode è imprescindibile, la memoria ha un limite. Per questo la banca dati testimoni ci permette in maniera puntuale di individuare quei soggetti che si spacciano prima per conducenti, poi per testimoni, altre volte per passeggeri”: persone che di fatto frodano per professione. Resta però aperto il nodo della privacy, che fa da freno al dispiegamento di tutte le armi che potrebbero essere impiegate dall’antifrode. “Per riuscire a fare un’effettiva prevenzione – ha osservato Occorsio – dobbiamo usare più fonti. L’Archivio integrato antifrode dell’Ivass ha dato un grosso contributo nella nostra attività. Questo è un primo passo. Ci sono però tante altre fonti che potrebbero essere utilizzate e che non possiamo usare. Mi riferisco in particolare all’analisi dei social network, dove spesso emergono in modo lampante i collegamenti tra le varie persone coinvolte nelle frodi”.

LE NUOVE PIATTAFORME CHE IMPLEMENTANO I VECCHI TOOL

Tra le nuove armi a disposizione dell’antifrode ora c’è anche l’intelligenza artificiale, che per Occorsio rappresenta “un ulteriore elemento che potrebbe esserci di supporto, perché rimescolando le carte si può agire in chiave di prevenzione”. Sull’intelligenza artificiale ha investito molto Reale Group, che sta sviluppando una piattaforma ad hoc che dal 2018 affianca i tradizionali tool antifrode. “Stiamo ultimando la fase sperimentale – ha raccontato Fiori – e certamente abbiamo visto che la capacità di calcolo dell’intelligenza artificiale permette alla compagnia di avere un dato molto più immediato”. Il valore aggiunto di queste piattaforme di calcolo è molto importante perché “consente alla compagnia di non far dedicare a questo scopo risorse umane che avrebbero impiegato settimane, se non mesi, a mettere insieme tutti i tasselli del puzzle. Certo – ha ammesso – comunque la capacità di valutazione della mente umana non si può sostituire. Tant’è che abbiamo due persone interamente dedicate all’analisi degli score che ci vengono restituiti da questa piattaforma”. Anche Amissima ha sviluppato un tool antifrode che gestisce una mappatura di tutti i soggetti. “Sicuramente però – ha concluso De Lorenzo – ciò che più aiuta è la formazione degli operatori che la utilizzano. Oltre a creare una specializzazione – ha osservato – per noi è importante creare una squadra”. 

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