INCOGNITA A VALORE AGGIUNTO

La gestione della liquidazione del danno non può essere risolta con una relazione matematica che associ danni accertati e importo dell’indennizzo. Molti sono gli aspetti soggettivi che incidono nella valutazione complessiva, con una serie di variabili che solo il fattore umano può giudicare

INCOGNITA A VALORE AGGIUNTO
In ambito assicurativo la liquidazione di un sinistro significa mettere in atto un insieme di operazioni che permettono di monetizzare, in conformità a un contratto sottoscritto, un danno subito. 
Ci si potrebbe chiedere se sia possibile considerare la liquidazione come funzione matematica tra l’entità del danno e l’indennizzo riconosciuto. 
Per poterlo affermare si dovrebbe individuare una relazione matematica che associ a ogni elemento dell’insieme dei danni accertati un elemento dell’insieme dell’indennizzo.
Avvalendoci dell’algebra si potrebbe quindi schematizzare: indennizzo = f (danni accertati).
La definizione dell’operatore f permetterebbe forse di ipotizzare l’automazione del processo mediante la creazione di un apposito software.
In prima analisi sembra sufficiente definire le variabili che caratterizzano l’operatore f e la relazione tra le stesse. Una volta impostato il calcolo della stima, sulla base degli elementi acquisiti, potranno essere ricavate dalla polizza le condizioni contrattuali, quali franchigie, scoperti e limiti che inseriti nei conteggi individuano l’indennizzo ricercato.

AL DI LÀ DEI PARAMETRI MATEMATICI

In termini generici nulla da obiettare, ma se vogliamo verificare la correttezza del risultato raggiunto ci accorgiamo che esistono una serie di fattori e di circostanze che, se non considerate, possono falsare il risultato ottenuto. 
Queste condizioni al contorno rappresentano tutte le circostanze, rilevate e acquisite nel corso delle operazioni peritali, caratterizzanti il sinistro. Le stesse portano all’esatta individuazione dell’ insieme dei danni accertati che rappresenta l’insieme di definizione della funzione f costruita.
Si può affermare che condizione necessaria per il giusto risultato è il corretto accertamento del danno, la cui realizzazione coinvolge però l’analisi del fattore umano, e cioè tutti gli aspetti soggettivi delle persone che il danno lo hanno subito. 
Il fattore umano è variabile, dipende da caso a caso, e non è descrivibile con parametri numerici che possano essere inseriti in un operatore matematico. Si pensi, ad esempio, al diverso atteggiamento degli assicurati nel produrre documentazione, nel conservare le tracce e residuati, nel collaborare agli accertamenti, nella volontà di minimizzare il danno ecc., specialmente in occasione di sinistro fraudolento. 
La valutazione di tali aspetti è fondamentale per la percezione della reale entità del danno lamentato, talvolta ben nascosta da documentazione impeccabile o altre volte accertabile solo con criteri di congruità.
Esperienza, preparazione e sensibilità permettono tale valutazione ,e sono peculiari di chi il danno lo deve stimare. Il fattore umano può essere quindi giudicato solo da altro fattore umano.
L’automazione completa di un processo di liquidazione è possibile solo ove si decida di ignorare tali aspetti, adottando parametrizzazioni e standardizzazioni, rinunciando però alla giusta definizione del sinistro.
Il valore aggiunto del fattore umano non potrà mai essere sostituito da un software, anche molto sofisticato. 

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