CAT-NAT, PREPARARSI PER LA POSSIBILE RIVOLUZIONE
L’introduzione dell’obbligatorietà delle coperture per eventi catastrofali per le imprese potrà essere un nuovo terreno di confronto e di crescita professionale per i loss adjuster, caratterizzato da nuove regole, una maggiore consapevolezza degli assicurati e l’esigenza di costruire un dialogo con la pubblica amministrazione

09/06/2025
Nel tormentato iter di approvazione del decreto sull’obbligatorietà a contrarre coperture assicurative contro le catastrofi naturali (cat-nat) le categorie interessate (pubblica amministrazione, imprese destinatarie del provvedimento, compagnie assicuratrici, rete agenziale e broker) hanno trascorso negli ultimi giorni dello scorso mese di marzo ore frenetiche, sospese tra l’esigenza di adempiere nell’immediatezza alle previsioni normative e il sollievo finale per la dilazione temporale concessa dal legislatore sul filo di lana.
Sul piatto della bilancia rimangono evidentemente interessi contrapposti, come è naturale che sia nella definizione di un contratto, seppur obbligatorio: da un lato l’esigenza di fornire al sistema un’adeguata mutualità, ripartendo i rischi su masse di assicurati capienti rispetto alle magnitudo probabili di sinistri, dall’altra quella di non aggravare i bilanci delle imprese, soprattutto quelle piccole e medie, che vedono il rischio di accadimento di alcuni scenari catastrofali con la medesima probabilità della caduta satelliti, garanzia storicamente presente nelle polizze incendio più come un amuleto che come reale esigenza di protezione.
Negli ultimi mesi anche noi loss adjuster, tradizionalmente impegnati nella gestione dei sinistri rami elementari, siamo stati investiti nella nostra attività professionale da una messe di interrogativi rivoltici dagli assicurati, clienti delle nostre clienti, che si chiedono quanto le attuali coperture da “eventi speciali” (fenomeni atmosferici, allagamenti, terremoti, etc) possano già essere valide ed efficaci alla luce delle nuove disposizioni normative.
Non spetta sicuramente a noi, operanti nel solo processo di accertamento e liquidazione dei danni, occuparci dell’aspetto normativo e assuntivo. Riteniamo però di poter proporre e condividere alcune riflessioni maturate sul campo.
UNA BUONA BASE DI PARTENZA
Va premesso che nel settore di riferimento applicativo della legge, per le piccole-medie e grandi imprese l’offerta assicurativa standard negli ultimi anni si è ampliata attraverso la sottoscrizione di contratti modulari, mentre rimane ancora ben salda la presenza di contratti brokerizzati, scritti in ottica tailor-made sul cliente, in base evidentemente all’ubicazione di polizza, all’attività svolta, alla tipologia di beni da assicurare, agli effettivi livelli di fatturato, etc.
Il fatto che negli ultimi anni l’ammontare degli indennizzi sia sensibilmente cresciuto, soprattutto a fronte di eventi come le cosiddette bombe d’acqua (che, va precisato, restano per lo più al di fuori della sfera applicativa del decreto legislativo), dimostra la crescente capacità di risposta del sistema assicurativo, senza impatti rilevanti sull’assetto economico delle compagnie.
L’attuale tendenza degli assicuratori è quella di proporre contratti ad hoc per gli eventi catastrofali, con definizione degli ambiti operativi (alluvione-inondazione-esondazione, sisma, frana) in aderenza al decreto legislativo e procedimenti liquidativi in linea con le polizze ordinarie in essere. Il glossario assicurativo normalmente presente nei contratti incendio si è leggermente ampliato, con l’introduzione di alcune nuove definizioni quali ad esempio quella di “terreno”. Di fatto, gli schemi di polizza ripropongono le normative abitualmente in uso nel ramo property.
IMPATTO POSITIVO SUI RAMI PROPERTY
Tale evoluzione può portarci a ritenere che la strada tracciata dell’obbligatorietà possa realizzare il prodigio di aumentare l’indice di copertura assicurativa nei rami property sul territorio nazionale, anche al di là degli obblighi imposti, per tre principali ragioni. In primo luogo, gli assicuratori potranno integrare le garanzie catastrofali nelle polizze già esistenti, una volta compresa l’effettiva portata dei rischi e adeguata la relativa tariffazione. In più, gli assicurati potranno più facilmente reperire sul mercato coperture all risk, con conseguenti facilitazioni sia sul fronte assuntivo che su quello liquidativo. Infine, l’amministrazione pubblica potrà integrare fondi privati e pubblici nell’esercitare la funzione di protezione civile che sta alla base del dettato normativo.
Ma se è il mercato a regolare i comportamenti dei primi due soggetti, assicuratori e assicurati, il comportamento e le direttive dell’amministrazione pubblica rimangono meno prevedibili.
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE COME NUOVO INTERLOCUTORE
Ecco quindi che per noi loss adjuster, per definizione e vocazione chiamati a dare risposte ad assicuratori e assicurati, si apre un ulteriore terreno di confronto: quello con la pubblica amministrazione. A tal proposito risulterà necessario:
- stabilire linee guida per poter operare nell’accertamento e liquidazione dei danni in conformità sia con i dettati contrattuali delle polizze, sia con le esigenze di ripristinare le attività produttive in siti danneggiati;
- censire, organizzare e coordinare le nostre forze così da poterle correttamente smistare sul territorio nazionale in modo tempestivo e capillare;
- confrontarci anche con altre categorie professionali (geologi, strutturisti, esperti di protezione civile) per poter integrare le rispettive competenze.
Su queste tematiche Aipai lavora da anni e oggi più che mai intensifica i propri sforzi in modo da porsi quale interlocutore di riferimento privilegiato per tutte le categorie coinvolte nella filiera.
L’augurio è che la corretta gestione di questi processi possa portare non a una rottura con il passato, bensì a un’evoluzione coerente della nostra professione, senza stravolgere la natura né rivoluzionare una storia ormai secolare, che ha radici profonde e consolidate e un futuro ancora da scrivere.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
cat nat,
👥