IL RICONOSCIMENTO DELLA PROFESSIONE PERITALE

Attraverso l’attività di autoregolamentazione, iniziata nel gennaio del 2014, sarà possibile attenersi a elevati benchmark di qualità, valorizzando le competenze e la centralità della figura del perito

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Per quale motivo i periti liquidatori assicurativi hanno voluto scrivere la norma Uni sulla propria professione?  
La ragione principale risiede nella volontà di realizzare, attraverso la normazione volontaria, quello che il mercato non ha ancora fatto: siamo gli unici soggetti del comparto assicurativo che non hanno albi e norme precise cui attenersi. Una compagnia assicurativa, oggi, può nominare chiunque come perito; lo stesso dicasi per gli assicurati nei casi di perizia contrattuale formalizzata.
  
Nel corso della mia carriera professionale mi sono trovato, talvolta, a essere equiparato come soggetto professionale a un fotografo, un pony express o ad altre assai variegate operazioni imprenditoriali.
Finalmente, la legge 4 del 2013 ha riconosciuto la possibilità di autoregolare la nostra professione. È con questo spirito che, in collaborazione con altre associazioni di categoria, abbiamo iniziato a scrivere, nel gennaio dello scorso anno, la norma identificata dall’Uni al n° U83.00.A09.0 Periti Assicurativi per accertamento, stima e/o liquidazione dei danni derivanti da sinistri.
A distanza di un anno, siamo ormai arrivati al termine dell’opera. I soggetti terzi che partecipano al tavolo di lavoro hanno manifestato il piacere di essersi confrontati con un gruppo di professionisti motivati, ritenendo valida la norma che è stata costruita. 


ASSENTI PROTAGONISTI IMPORTANTI

L’unico rammarico che ritengo di poter esprimere in qualità di coordinatore della commissione che si è occupata di questa attività, riguarda la mancata partecipazione ai lavori di alcuni importanti soggetti coinvolti nel processo della perizia, che erano stati interessati e invitati: agenti, broker, consumatori, aziende, compagnie assicurative. Personalmente, ritenendo che una regolamentazione della professione peritale possa essere motivo di interesse ed elemento favorevole per l’intero comparto, mi auguro che una volta che la norma sarà stata resa pubblica, tutti i soggetti partecipino con un proprio contributo al riconoscimento e alla disciplina di una figura professionale che ha come caratteristica fondante il valore dell’indipendenza e alla quale sono richieste abilità, conoscenze e competenze agli alti livelli regolamentati dall’European qualification framework (Eqf).


UNO STANDARD QUALITATIVO DI RIFERIMENTO

Obiettivo primario dell’Eqf è “l’istituzione di un quadro di riferimento comune, che sia un dispositivo di traduzione tra i diversi sistemi delle qualifiche e i rispettivi livelli, sia per l’istruzione generale e superiore, sia per l’istruzione e la formazione professionale formale e informale”.
Da un punto di vista tecnico, l’Eqf è una griglia di referenziazione, funzionale a mettere in relazione e posizionare le diverse qualificazioni rilasciate nei Paesi membri dell’Unione Europea. Il confronto si basa su parametri comuni di riferimento, correlati a learning outcome (risultati dell’apprendimento) e collocati in una struttura a otto livelli. Tale metodo condiviso consentirà e agevolerà il confronto tra i diversi standard di qualifica richiesti ai professionisti del settore nei vari Paesi della comunità europea. 
L’augurio è che la formulazione, condivisione e formalizzazione di regole precise possano garantire tutela e dignità per una professione, la nostra, certamente fondamentale nell’ambito del rapporto intercorrente fra clienti assicurati e compagnie assicuratrici, in un quadro di normazione volontaria.
Siamo convinti che la regolamentazione della professione peritale, anello di congiunzione tra clienti e compagnie di assicurazione, sia condizione necessaria per un sano e positivo sviluppo del mercato assicurativo danni ai beni, che in Italia ha un notevole potenziale ancora da valorizzare.


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