DALL’AGENZIA AL MONDO DEL CALCIO

Agente procuratore a Lecce, rappresentante della categoria ai tavoli di confronto tra Ania e Sna, ma attiva a livello nazionale anche nel settore calcistico. Per una donna è possibile conciliare i tanti impegni, lavorativi e non, agendo con professionalità e competenza anche in contesti tradizionalmente maschili

DALL’AGENZIA AL MONDO DEL CALCIO
Mi presento: sono agente della Reale Mutua di Lecce, una donna che ha iniziato l’attività in questo ambito esattamente 31 anni fa. Sono entrata in punta di piedi in un mondo dove le donne si potevano contare, soprattutto nelle assemblee, sulle dita di una mano. Questo ancor più nel centro-sud d’Italia. 
Ma ciò non mi ha allontanata dal mondo assicurativo, visto che sono sempre stata convinta che dal confronto e dalla collaborazione tra uomini e donne possano nascere solo belle idee. L’uomo e la donna guardano il mondo, anche quello lavorativo, con occhi diversi e angolazioni differenti: una diversità che non può che essere positiva perché, lavorando insieme, questa è in grado di arricchire e contribuisce a costruire una visione più ampia di ciò che ci circonda. 
Nel tempo, fortunatamente, il numero di colleghe agenti è aumentato, così come è accaduto anche tra la rete di vendita e tra i dirigenti delle compagnie di assicurazione. 

UNA RAPPRESENTANZA A LIVELLO SINDACALE E DI GRUPPO AZIENDALE

Nel mio percorso lavorativo ho avuto l’opportunità di ricoprire incarichi nell’ambito del Gruppo agenti Reale Mutua, nella commissione fiscale e, da tanti anni, anche come sindaco. Aver partecipato alla vita del gruppo agenti mi ha dato inizialmente la possibilità di entrare nel consiglio di amministrazione della società di servizi del gruppo agenti, la Gar Mutual Services soc. coop, dove ancora oggi rivesto la qualifica di vice presidente. 
Nel Sindacato nazionale agenti ho iniziato il mio percorso come vice presidente della Provinciale di Lecce. È stato poi grazie alla fiducia accordata a livello nazionale che prima ho iniziato a far parte della commissione fiscale e successivamente sono stata eletta sindaco nell’ambito dello Sna. Il sindacato è ben rappresentato anche dalle donne. Infatti, proprio in questo ambito ho conosciuto colleghe di tutto rispetto e capacità come Elena Dragoni, attuale vice presidente vicario dello Sna, Agnese Mazzoleni e Angela Occhipinti. Grazie alla collega Occhipinti ho avuto anche la possibilità di far parte della commissione Mezzogiorno, da lei presieduta. 

L’ESPERIENZA NELL’AMBITO DEL FONAGE

Le opportunità che mi sono state offerte dal sindacato, e il mio titolo di dottore commercialista iscritta all’albo dei revisori legali, mi hanno dato modo di propormi come sindaco nell’ambito del collegio sindacale del Fondo pensione agenti: un’esperienza molto impegnativa che mi sta arricchendo tanto professionalmente. La partecipazione ai tavoli nei quali si confrontano la componente Ania e la componente Sna, in rappresentanza degli agenti di assicurazione, mi offre l’opportunità di affrontare ad alti livelli le più importanti problematiche legate alla mia professione. Anche il cda del Fpa è composto per lo più da uomini e, oltre a me, come esponente femminile figura solo la vice presidente Stella Aiello, componente Ania. Sono stata onorata di essere stata rinnovata in Fpa dopo il triennio e anche di aver avuto la possibilità, grazie anche al sostegno dello Sna e al presidente Francesco Libutti, di accrescere la mia esperienza con la nomina nell’ambito del collegio sindacale di Agenim, società immobiliare di Fpa. 
Quanto sopra evidenziato non può che confermare che la nostra attività di agente, pur vedendo la presenza di tanti uomini, lascia spazio anche a noi donne. Bisogna sempre credere in quello che si fa, e farlo con passione. È questo ciò che fa la differenza! 

LA CENTRALITÀ DEGLI AGENTI

La spinta viene dal basso e, a prescindere dagli incarichi che si riesce o meno a ricoprire nella vita professionale, è comunque possibile crescere e diffondere il valore dell’assicurazione, da un punto di vista sindacale o altro. 
Non credo che essere donna rappresenti un freno per crescere. Anche se, è vero, ci sono ancora tante difficoltà nel coniugare lavoro e impegni famigliari, soprattutto in una professione che non ha orari, come la nostra. 
Il nostro lavoro ci mette a contatto con il mondo, dalle aziende ai liberi professionisti, dal pensionato alle giovani famiglie. Con i clienti si crea una relazione, si entra nella loro vita stando accanto nei momenti felici (l’acquisto di una casa, la nascita di un bambino, il nuovo incarico o il nuovo capannone) e in quelli più tristi (una malattia, un infortunio, la perdita di una persona cara). 
Seguire questi percorsi di vita ci permette di accrescere il sapere anche ascoltando i clienti, perché la nostra professione, anche se è sempre bistrattata, ha un’utilità sociale sotto tanti punti di vista e, spesso, riesce a sostituire anche il ruolo delle istituzioni pubbliche.
Una conferma di questo valore ci proviene proprio da questo momento di emergenza causato dalla diffusione del Covid-19, in cui siamo annoverati tra le poche attività essenziali (anche se poco menzionati). 
Il mondo assicurativo non è un’eccezione nell’essere per lo più frequentato da uomini. Anche il mondo calcistico è prevalentemente maschile, ma anche qui cerco di fare la mia parte. Con mio padre e mio fratello siamo soci dell’Unione Sportiva Lecce spa, la squadra di calcio che milita nel campionato di serie A. Grazie anche al consenso degli altri soci, sono entrata nell’ambito del consiglio di amministrazione. Sono così la terza donna che dal 1908, anno di costituzione della società, ne ha fatto parte. 
Certo, entrare nel mondo del calcio, come socia e poi come componente del cda, significa non staccare mai, perché la società di calcio esce da ogni schema aziendale e, a vederla dall’interno, è molto molto complessa. 
Appartenere a questo mondo ha significato per me, come donna, studiare un po’ di più per aumentare le mie conoscenze e potermi confrontare con il mondo maschile, notoriamente più preparato in questo ambito.
È vero, mi sento un po’ gli occhi puntati addosso quando da dirigente, circondata da uomini, entro in tutti i campi da gioco prima delle partite… Ma questo è un privilegio che dà un’emozione indescrivibile.
Oggi anche la Lega Calcio sostiene il calcio femminile, (infatti si ha l’obbligo di avere una squadra rosa) che ha saputo distinguersi molto bene a livello internazionale. Inizia ad affermarsi, inoltre, anche la figura della donna arbitro nei campionati maschili. 
Questa, in sintesi, la mia esperienza professionale, come agente e non solo. Vorrei solo concludere dicendo che a me non piace sentire che un incarico viene assegnato a una donna perché era necessario farlo nel rispetto delle quota rosa. Le donne sono capaci e abituate a fare sacrifici, e quindi hanno molta più volontà e grande determinazione nel portare a temine i loro obiettivi. Ciò che fa la differenza non è essere uomo o donna, né l’apparenza, ma semplicemente le capacità e le competenze che si dimostrano. 

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