QUESTIONE DI INFRANGIBILITA'

In un mondo in cui scorrettezze e disonestà sembrano universalmente accettate, la figura del loss adjuster è regolata da un codice etico che lo impegna a una chiara condotta morale, correttezza professionale e lealtà verso i suoi interlocutori

QUESTIONE DI INFRANGIBILITA'
“Siamo tutti frangibili, chi più, chi meno”. È una delle frasi finali del famoso film di Paolo Genovese, “Perfetti sconosciuti”, con la quale l’attore Marco Giallini, con amaro realismo, conclude che tutti, nessuno escluso, hanno qualcosa da nascondere di cui vergognarsi: bugie, sotterfugi, doppie relazioni, tradimenti.

Se non lo avete ancora visto, non perdetevelo. Estremamente piacevole e scorrevole, a tratti molto divertente, sfruttando una sorta di superficialità apparente, il film cattura l’attenzione e, attraverso una serie di colpi di scena, coinvolge lo spettatore nello psicodramma di gruppo dei protagonisti, sette amici che si ritrovano a cena, scavando nella vita di ciascuno e mettendo a nudo umanità vecchie e nuove, segreti, debolezze, contraddizioni, falsità, scorrettezze.
Intanto il regista fa riflettere sulle insidie che si celano in uno smartphone, che definisce la scatola nera della nostra vita, e su quanto stia catalizzando sempre più ogni forma di rapporto tra le persone e con il mondo che ci circonda, inaridendo e spesso annullando, di fatto, ogni tipo di relazione. In più di un’occasione mi è capitato recentemente di essere al ristorante e di notare due giovani fidanzati a un tavolo accanto, tutti e due intenti nel leggere e digitare a lungo sul proprio cellulare… E la chiamano evoluzione.
A parte queste e altre possibili considerazioni sull’uso/abuso degli strumenti tecnologici di oggi, il messaggio di fondo del film mi ha richiamato alla mente alcuni passaggi del Codice del socio Aipai.
Non mi riferisco ovviamente alla sfera privata, dove ognuno fortunatamente ha la libertà di agire come più ritiene opportuno ma, come stabilito dal Codice Aipai, il perito nello svolgimento della propria attività professionale deve: “osservare scrupolosamente le norme… di un retto comportamento… e si impegna a compiere coscienziosamente il suo mandato con onestà, obiettività, indipendenza, sollecitudine, competenza e dignità”. Deve inoltre “…attenersi a una chiara condotta morale e osservare una irreprensibile correttezza professionale” e “improntare i rapporti verso i suoi contraddittori… a lealtà, correttezza e reciproco rispetto”.

Altro che frangibilità; mi verrebbe da dire proprio tutt’altro.


L'INTEGRITA' DEL PERITO

Il film si conclude con una sorta di sliding doors ancora più amaro, perché vuol far tirare un sospiro di finto sollievo, nell’illusione che nessuno venga mai a conoscenza dei nostri segreti ma, anche se potrò sembrare un po’ partigiano, ho proprio pensato che per un perito questo non può e non deve accadere. Se un perito pensasse di operare avvalendosi di sotterfugi, scorrettezze, disonestà, attraverso cadute di stile o mancanze di rispetto nei confronti degli interlocutori che di volta in volta incontra, violerebbe le norme fondamentali che regolano lo svolgimento della nostra professione e che, fin dal lontano 1968, i soci fondatori di Aipai hanno voluto inserire a coronamento dello statuto e del regolamento della nostra associazione.
Mi permetto quindi di dissentire con l’interessante affermazione a effetto di Giallini. Non tutti sono frangibili; almeno i periti, nello svolgimento della loro attività professionale, possono essere considerati (quantomeno nelle intenzioni e con le eventuali eccezioni che confermano la regola) persone tutte d’un pezzo e adeguatamente infrangibili.

E se un professionista riesce a incarnare questi ideali nella propria attività lavorativa, mi viene da pensare che anche nella sfera privata non possa agire in modo molto diverso.

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