CONOSCERE LA SOLVIBILITA'

Con Solvency II controllare i rischi significa gestire il business assicurativo producendo margini di redditività. Ma il cambiamento deve essere monitorato in un’ottica integrata, che coinvolge le strategie dell’impresa così come l’assetto organizzativo e operativo delle funzioni aziendali

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Il progetto Solvency II non è solo un problema di formule e di disclosure ma anche e soprattutto di governance, non riguardando solo le esigenze delle Autorità di Vigilanza ma anche il management e gli azionisti delle compagnie di assicurazione. 

Solvency II è anche una occasione unica per porre al centro dell’attenzione non la mera compliance ma la necessità di conoscere se stessi, o meglio di conoscere il più possibile nel continuo la propria reale solvibilità. Questa esigenza prescinde da qualsiasi regola, direttiva e autorità di vigilanza, essendo prioritaria e appartenendo al Dna dell’attività assicurativa. La solvibilità infatti è una condizione essenziale e imprescindibile perché il business assicurativo sia ben gestito e produca margini di redditività. 


ATTENZIONE AL RISCHIO REPUTAZIONALE

Altro tema che impatta in maniera forte sulla reputazione della compagnia è quello dell’informativa al mercato ed alla Vigilanza, ovvero il terzo pilastro del progetto Solvency II. Anche se a partire dal prossimo anno le compagnie non dovranno calcolare il minimo margine di solvibilità secondo le regole e i principi di Solvency II, il semplice fatto che prevedibilmente dovranno comunicarlo al mercato e alla Vigilanza espone ad un rischio reputazionale, in caso di insufficienza di capitale oppure ad una maggior competitività in caso di miglioramento del solvency ratio.


VERSO UNA VALUTAZIONE INTEGRATA DEI RISCHI

Da un punto di vista strategico altra leva importante che il risk manager potrà sfruttare a proprio favore è quella dell’aggregazione dei rischi in un approccio oggi definito sempre più olistico, ovvero integrato, dove la valutazione del singolo rischio perde di senso rispetto alla valutazione nel complesso e quindi va sottolineato il peso fondamentale delle correlazioni tra rischi: si può anche intervenire attivamente modificando  anche in modo sostanziale l’esposizione al rischio complessiva e la relativa valutazione del requisito di capitale.


CAMBIAMENTI ANCHE NELL'ORGANIGRAMMA

Da ultimo qualche riflessione ulteriore su altri aspetti strategici dettati dal cambiamento di governance di Solvency II che riguardano anche aspetti operativi, organizzativi e di responsabilità all’interno delle compagnie di assicurazioni. Intanto la necessità di rivedere i sistemi informativi non più fini a se stessi o settorializzati, ma strumentali rispetto al progetto Solvency II e quindi della nuova governance. Ciò comporterà anche una diversa organizzazione all’interno delle compagnie di assicurazioni sia in termini di organigramma che delle relazioni tra le varie strutture che dovranno necessariamente dialogare tra loro molto di più di quanto non abbiano fatto in passato sia attraverso incontri che tramite l’adeguata reportistica. 


L'IMPORTANZA DELLA FUNZIONE ATTUARIALE

Una particolare rilevanza assume poi in particolare il ruolo del risk manager che deve essere collocato ai massimi livelli aziendali e riferire direttamente al management. 
Con Solvency II si evolve anche la funzione attuariale, sulla base di quanto disciplinato dall’art. 48 della Direttiva, con focus sulle competenze e gli obiettivi ulteriori richiesti rispetto alla ormai consolidata attività regolamentata dalla normativa locale. Tale ruolo è importante e strategico non solo sul piano quantitativo, ma anche come sostegno alla governance di una compagnia di assicurazioni e alle scelte di business che la stessa deve compiere.
Il responsabile della funzione attuariale che dovrà rappresentare un tassello di controllo fondamentale nell’ambito della struttura di risk management, dotato della necessaria indipendenza di valutazione. Tale funzione inoltre non potrà che essere svolta da un attuario iscritto all’albo perché solo tale iscrizione fornisce le necessarie garanzie di competenza e professionalità ed anche di  aggiornamento e formazione continua, attività quest’ultima che l’Ordine degli Attuari ha istituito obbligatoriamente a partire dal gennaio 2010.

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