NEL SEGNO DELLA QUALITA'

Portata a compimento la nuova norma Uni per la regolamentazione della professione di loss adjuster, da parte delle associazioni confluite nella confederazione Periti Uniti, continua l’impegno a supporto del processo per il conseguimento della certificazione. A fine luglio, presso la sede di Cersa e alla presenza di Accredia, si è svolta la prima sessione di esami

NEL SEGNO DELLA QUALITA'
Negli ultimi anni, in Italia, si è a lungo discusso su quali fossero gli scenari futuri legati alla professione del loss adjuster. Sono state azzardate ipotesi diverse, talvolta persino fantasiose.

Per anni è stata attesa la certificazione: il riconoscimento di una professione che si basa soprattutto sull’alta specializzazione, sull’esperienza e sulla conoscenza a largo raggio di problematiche tecniche ad appannaggio esclusivamente di chi si avventura in questo mestiere che, talvolta, sembra non ottenere la giusta considerazione.
Il perito assicurativo, negli ultimi anni, ha ricevuto encomi che, purtroppo, difficilmente sono stati portati alla ribalta: basti pensare all’importante contributo dato dai professionisti del settore nella gestione di gravi danni e disastri catastrofali che hanno colpito la nostra penisola.
Ciò nonostante, per il dovuto riconoscimento giuridico della nostra professione, è stato necessario abbattere barriere che talvolta si presentavano insormontabili. Si è ora giunti però, finalmente, all’anno zero.
Grazie al lavoro di Aipai, in particolare del consigliere Pietro Adorni, e delle altre associazioni peritali rami elementari recentemente confluite nella confederazione Periti Uniti, è stata infatti portata a compimento la nuova norma Uni per le regolamentazione della professione di loss adjuster. Nel corso del primo convegno di Periti Uniti, tenutosi a Cervia il 12 e 13 maggio 2016, si è dato inizio a un nuovo corso: Professione perito assicurativo no motor.
Di tale iniziativa hanno dato ampio risalto numerose testate, ma è opportuno che il mondo che gravita intorno al settore assicurativo conosca con quanta serietà ed elevata professionalità venga affrontato il processo che conduce al conseguimento della certificazione. Per poter affrontare l’esame di abilitazione, ogni candidato deve disporre di un significativo bagaglio di esperienza. È a nostro avviso doveroso porre in risalto il termine abilitazione, in quanto chi, come il sottoscritto (..purtroppo molti anni fa), dopo aver conseguito la laurea, ha sostenuto un esame di abilitazione alla professione e ha oggi avuto la fortuna di sostenere e superare già l’esame per la certificazione Uni, avrà assolutamente riscontrato che l’impegno e la garanzia di imparzialità sono i medesimi.
L’organizzazione, la serietà degli esaminatori, l’eterogeneità degli argomenti sui quali verte la prova, unitamente alla dimostrazione dell’esperienza maturata negli anni, conducono il candidato a ottenere una certificazione di elevato profilo.


UN ESAME PER LA QUALITA'
 
La prima sessione di esame si è tenuta a Milano, presso la sede di Cersa (organismo di certificazione), lo scorso 27 luglio, alla presenza di Accredia (ente italiano di accreditamento: l’unico organismo nazionale autorizzato dallo Stato a svolgere tale attività) che, insieme agli esaminatori, faceva parte della commissione.
A seguito di tale prima sessione, sono quindi state assegnate le prime certificazioni relative alla norma Uni 11628/2016.
L’esame si è svolto in due fasi: una prima, scritta, costituita da 20 domande specialistiche relative all’ambito peritale, il cui superamento dà accesso alla seconda: un colloquio orale con la commissione, con illustrazione e discussione di tre casi reali presentati dal candidato.
Tornando quindi al concetto iniziale: il futuro legato alla professione peritale è già presente. 
Ma quali saranno, ancora, le ulteriori prospettive? Quali i nuovi scenari che garantiscano una maggiore considerazione professionale alla figura del loss adjuster?
L’auspicio è che il notevole impegno cui periodicamente si sottopongono i periti italiani per una continua crescita ed evoluzione professionale (non ultimo, quello della certificazione ai sensi della norma Uni) possa trovare riscontro in un giusto riconoscimento da parte del mercato.

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